La satira è morta. Oggi, viva la me… Viva i meme

Attenzione, questo articolo contiene svariati riferimenti alla defecazione.
Ma vi giuriamo che è un articolo serio, sulla satira.

Se c’è una cosa, cari amici, che abbiamo capito in questi mesi di articoli satirici, demenziali e in particolare inutili, è che forse non è più il tempo della satira. O almeno, non quella alla maniera di Curarsi Male. Non è più il tempo, forse, per lunghi articoli ironico-satirici sul senso della lunghezza del pene di Rocco Siffredi (prossimamente); né sul particolare legame (inversamente proporzionale) della lunghezza del pene di Rocco Siffredi e l’intelligenza dell’italiano medio (cioè noi tutti).

Fino ad oggi c’abbiamo creduto. Domani chissà?

Abituati ad ascoltare rutti e bestemmie in diretta televisiva, a guardare serie tv la cui morale è “rutta e bestemmia che vai sul sicuro”, ci siamo illusi. Ci siamo illusi che le nostre baggianate potessero far appassionare qualcuno. E le statistiche delle visite sono positive, ma solo perché le persone sono attratte dalle nostre immagini catchy. Sappiamo che non c’è nessuno veramente interessato alla lettura di pezzi demenziali (seppur di soave qualità), perché scorrere i video su tiktok della minorenne del momento è meno faticoso. Leggere è faticoso. Pensare è faticoso.

Possiamo paragonare la nostra attività su Curarsi Male al defecare. A noi riesce particolarmente bene, sia produrre sia stare seduti per ore nell’attesa che “l’illuminazione divina” arrivi. Ad altri, invece, non riesce affatto. Per altri ancora l’atto stesso del defecare merita solo il silenzio, perché azione schifosa e da ripudiare. Eppure, a meno che tu non sia Kim-Jong-Pupù, la cacca la devi fare. E la nostra satira-ironia-demenza è un po’ così: ti serve per sopravvivere. A volte ti lascia l’amaro… in bocca. Ma ti serve per non pensare alla tristezza del quotidiano. O alla tristezza del quotidaino. O alla tristezza di Libero.

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Nonno Gino che maneggia la sua merda di compleanno.

Nessuno legge più. Neanche noi

Oggi, non è più il tempo della prolissa satira intellettualoide che tenta di indagare le ragioni della mancata defecazione di dittatori stranieri mentre il mondo si autodistrugge con la propria stessa pupù. Forse, non è neanche più il tempo di domandarsi: “perché alcuni dittatori non fanno la cacca?” No, forse sta cambiando tutto e noi siamo rimasto indietro. E quando ci guardiamo tra le mani, dopo due mesi di faticosi articoli e vani, ecco… quando ci guardiamo tra le mani vediamo qualche like, qualche cuoricino, e una montagna di me… di meme.

Ce ne siamo accorti dopo pochi mesi di test. Una mattina, al dottore sudamericano che lava i bagni della nostra redazione, venne l’idea di chiedere ai fan di Lercio in quanti leggessero quegli articoli. La risposta è stata per lo più questa: “quali articoli? Cioè boh ma lercio figa fa meme fighi figa cioè figa!”. Al che, la domanda successiva, spontanea, è stata: “a chi interessano questi nostri articoli?

A nessuno. O meglio, se tutti gli amici, i parenti ma soprattutto i congiunti leggono con sollazzo questo nostro divertimento, non ne sentono la mancanza in caso, appunto, di mancata pubblicazione. Forse abbiamo sbagliato noi a pensare che questo progetto potesse interessare a qualcuno, fuori dalla nostra cerchia di geni del male. Sicuramente abbiamo sbagliato qualche valutazione, ma è possibile che la nostra colpa sia solo un lato della medaglia. E sull’altro lato ci vedo, molto chiaramente, una montagna di me… di merda, stavolta.

Ripensare la satira, oggi. Necessario come defecare

Che la satira sia necessaria, non c’è neanche bisogno di dirlo (se non sei d’accordo, defecati addosso. No dai, questo è troppo: facci sapere cosa ne pensi e la nostra scimmia-bot ti risponderà al più presto). O forse sì, vista la quantità di neuroni media dell’italiano medio (di cui noi facciamo felicemente parte)? Eppure, forse non si deve fare più così. Forse bastano i meme: oh che divertente, il prossimo! Ma no, i meme non bastano. Possono essere utili per allietare il momento già lieto della defecazione; ma non possono sostituirla in alcun modo. W la satira, W Bernie Sandalers, W Grindr e #freethenipple. 

E prima di augurarvi una buona defecazione, per concludere in bellezza questa riflessione, vi offro una Proesia del maestro Federico Maria Sardelli. È gratis, tranquilli.

CCVII
Tappi

Tappi
solasti
proprio
suruna
mèdda.

 

Curarsi male
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