Mielodisplasia, una storia: Winnie Pooh e la pecora Dolly

Non tutti gli articoli scientifici sono scritti da medici, in particolare ne ho trovato uno in cui Winnie Pooh spiega alla pecorella Dolly come curare la mielodisplasia. Ma andiamo con ordine..

mielodisplasia

Come prima cosa devi sapere che il Winnie Pooh in questione non è il personaggio Disney che tanto hai amato da bambino, ma è un blogger come un altro, che dispensa consigli medici random. Ovviamente proponendo soluzioni naturali. Se non proponi cose naturali non sei nessuno. Anzi sei un corrotto al soldo di Big Pharma. Come seconda cosa invece devi sapere che la pecorella Dolly in questione è un normale essere umano, probabilmente di mezza età, con una malattia grave che non sa come affrontare. Poi devo anche dirti che questa non è propriamente una storia vera ma, come The Blair Witch Project (eh già), ho l’autorizzazione a scrivere che è “tratta da avvenimenti realmente accaduti su internet”. Infine, devi sapere cos’è la mielodisplasia.

Mielodisplasia (sindromi mielosplastiche) o meglio, la sua spiegazione trovata su internet

Dottori, ormai avrete capito, non li siamo davvero, esattamente come Winnie Pooh. Perciò abbiamo controllato su un sito serio cosa sono le mielodisplasie. Sono patologie legate alla produzione di cellule del sangue. Praticamente abbiamo delle cellule “genitore” senza una specifica funzione, da cui nascono altre cellule che evolveranno in globuli rossi, bianchi o piastrine – oh, ricordati che sono informazioni for dummies. In alcuni casi, le mielodisplasie appunto, le cellule genitore non funzionano correttamente e producono cellule incapaci di assolvere la funzione a cui sarebbero normalmente destinate. Tante sono le cause e pochi i rimedi, fatto sta che è una malattia degenerativa che può evolvere in leucemia mieloide acuta. Ecco perché è una di quelle patologie per cui forse, ma proprio forse, non conviene rivolgersi a personaggi che hanno aperto un blog perché la “salute” rientra tra i loro interessi – non nel corso di studi. Ma veniamo ai nostri personaggi.

Winnie Pooh e l’amor del miele

Nonostante sia uno dei personaggi più amati della felice storia Disney, ricordati che a parte l’allegria non si discostava dall’intelligenza di Ih-Oh e sicuramente non si poneva mai il dubbio di essere inadatto o fuori luogo, come invece faceva Pimpi. Ecco perché è lo pseudonimo perfetto per il nostro pseudodottore

[su_youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=Eupfx3DA_U8″ width=”440″ height=”220″ title=”L’intelligenza di Winnie Pooh spiegata veloce”]

Ecco. Il nostro Winnie Pooh si è offerto di prestare la sua grande conoscenza in campo medico a chi ne avesse bisogno. Conoscenza fatta da ore passate guardando Scrubs. Ovviamente su internet. Ovviamente. Certo propone rimedi naturali, tipo fitoterapia, e consiglia anche di associarli a terapie mediche vere, per fortuna. Ma è interessante il modo in cui lo fa: post di 100 parole in cui decide un argomento e si offre di discuterne insieme situazione per situazione. Vista la mole di commenti ho quasi pensato si trattasse di un dottore vero e forse qualcuno ha pure giovato dei suoi consigli. Poi ho letto i commenti geniali per la pecorella Dolly e ho capito che stavo guardando il problema dalla prospettiva sbagliata..

I disordini clonari e la pecorella Dolly

La mielodisplasia rientra in quelli che vengono indicati come disordini clonari, ecco la perché la scelta. Praticamente tutto parte da un’unica cellula non funzionante, che man mano crea suoi “cloni” fino a raggiungere la maggioranza. Se non conosci la pecorella Dolly, non hai mai sognato di fare una partita a ping pong contro te stesso. È stata il soggetto di uno dei primi esperimenti di clonazione su esseri viventi – astenersi da commenti animalisti prego – che ha spianato la strada a episodi di successo di sitcom animate: speciali di halloween dei Simpson e invenzioni malfunzionanti di Stewie Griffin. Per chi non la conoscesse, eccovi un breve video ascientifico con una colonna sonora molto discutibile.

[su_youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=TkabZ5p_pVM” width=”440″ height=”220″ title=”Il riassuntone dell’esperimento per i fan della Rana Pazza”]

La nostra pecorella Dolly invece non è la vittima di una ricerca scientifica, tutt’altro. È la vittima delle esperienze in internet degli inizi anni ’20 del nostro secolo. Non era un bel periodo: bastava aprire un sito web per essere considerati esperti in ogni campo immaginabile, anche inventato, la parola “fake news” ancora non esisteva – attenzione, solo la parola – e anche i giornali, presi dal panico dovuto al calo delle vendite, si dedicavano a tecniche di clickbaiting. Un po’ come facciamo noi.

Dolly però – la nostra – aveva bisogno di una mano. Non so chi fosse realmente, ho letto il suo nome ma non ho trovato riscontri univoci su internet. Me la immagino più o meno così: un uomo di mezza età, per non dire anziano, che ha una mielodisplasia ed è in difficoltà. È in difficoltà per vari motivi. Ogni volta che esce dall’ospedale non è troppo sicuro di aver compreso quello che i medici gli hanno detto. Oppure non può accettare quello che gli hanno detto. In più ha sentito molte storie di persone che hanno tratto benefici da cure naturali. Ma Dolly non considera che, come tutte le storie, anche queste si sono ingigantite passando da una bocca all’altra. Da un sito web all’altro. L’unica cosa che davvero ha in comune con la pecorella, probabilmente è la paura.

Rimedi naturali in chemioterapia

Un titolo semplice e rincuorante, l’apertura verso la possibilità che ci siano sostanze in grado di attenuare le controindicazioni della chemio. Non fraintendermi, sicuramente ci sono ma non fanno miracoli. I commenti sotto a questo post del sedicente esperto di salute Winnie Pooh, abbondano. Chi racconta la sua storia, le sue difficoltà o i suoi rimedi, mentre il blogger commenta con fare attento, consigliando strani alimenti-creme-infusi per alleviare gli effetti collaterali delle terapie invasive. Coscienziosamente, ogni tanto ricorda che i suoi consigli non possono sostituire la cura medica vera e propria – e ci mancherebbe che non lo facesse. Tra i vari commenti, quello che mi incuriosisce di più è quello della pecorella Dolly.

Semi di lino per una mielodisplasia?

Dolly sembrava aver risolto la sua mielodisplasia qualche anno prima, ma una malattia infettiva aveva danneggiato il suo sistema immunitario evidenziando come la patologia era tutt’altro che considerabile acqua passata. Dopo questa breve introduzione, Dolly presenta la sua situazione attuale: le hanno proposto di ricominciare con il Vidaza. Neanch’io avevo la minima idea di cosa fosse. È bastata una breve ricerca per scoprire che è un farmaco piuttosto potente, che viene somministrato a chi ha un rischio intermedio-elevato di vedere la mielodisplasia diventare una leucemia mieloide. Quindi una situazione piuttosto grave. Ebbene Dolly non è estranea alle cure alternative, perché in effetti presentano dei benefici. Infatti non è raro integrare la terapia con cure omeopatiche/erboristiche, il loro scopo però è alleviare i sintomi ma non modificare il decorso della malattia. In ogni caso è Dolly stessa a proporre i semi di lino.

Ecco qui mi piace immaginarmi Winnie Pooh. Fa due ricerche su internet per scoprire di cosa si tratta. Si accorge che non c’è una soluzione naturale che possa avere effetti reali. Si domanda se rispondere senza esitazione oppure fare il bene di Dolly e dirle che c’è poco da fare. 

Pare onesto, fa la scelta giusta, o quasi. Risponde che ha letto la definizione della malattia – ottima partenza – e che “sembra” ci possano essere dei fattori ambientali che l’hanno causata, così decide di chiedere se, per caso, Dolly fosse stata esposta ad agenti chimici come il benzene oppure ad agenti radioattivi. Propone a Dolly di fare un analisi dell’ambiente che la circonda: grosse industrie vicino a casa o luoghi di lavoro insalubri. Infine aggiunge che dopo questa analisi, Dolly e Winnie avrebbero potuto valutare insieme l’uso di rimedi detox.

La storia finisce qui, ma c’è un grosso problema.

Perché una persona con una mielodisplasia grave chiede rimedi a uno sconosciuto e non a un professionista?

A volte può sembrare che noi di Curarsi Male ci disinteressiamo della salute altrui e che ogni argomento è buono per criticare chi applica cure alternative. Non è così. Io mi chiedo com’è possibile che Dolly abbia scelto di cercare consiglio – o conforto, è indifferente – da uno sconosciuto, piuttosto che da un medico. Non esistono percorsi interni al sistema sanitario nazionale? Non abbiamo sportelli a cui Dolly poteva rivolgere i propri dubbi? L’assistenza psicologica nei casi di cure invasive, dov’è? Se oggi la scienza e la medicina si trovano a combattere quotidianamente contro la diffusione di fake news è anche perché ci siamo disinteressati di Dolly e così facendo l’abbiamo obbligata a rivolgersi a Winnie Pooh che in questo caso, a parte suggerire come unica possibilità l’inquinamento ambientale, non ha tentato di speculare sulla paura altrui – almeno credo, la loro discussione pare essere continuata via mail. Ma alla prossima Dolly potrebbe andare diversamente.

Curarsi male
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