Biologia, analizzati i legami molecolari: è cima genovese

La cima genovese nei laboratori di Zurigo, ecco la scoperta rivoluzionaria

Ha dell’incredibile quello che sta facendo la scienza. Quando l’occhio umano non basta (molto spesso) la tecnologia ci aiuta con microscopi potentissimi. Ne avete mai usato uno per scattare una foto di gruppo? Il team di ricerca dell’IBM di Zurigo ci ha provato e il risultato è stato una piacevole sorpresa: in una singola molecola, per la prima volta, si sono visti i legami degli atomi che la compongono. Niente di interessante, mi direte giustamente, e in effetti la biologia è piuttosto noiosa e sono arrivato alla laurea copiando a ogni esame della materia. Ma, seriamente, questa foto è importante perché finalmente sappiamo di cosa siamo fatti: cima alla genovese. Mai visto prima. Una scoperta rivoluzionaria destinata a cambiare totalmente il mondo della scienza. 

Cima genovese
Cima genovese

Cima genovese, materiale altamente pericoloso

Preparazioni di questo tipo sono veramente difficili, dato che qualsiasi perturbazione anche minima, una vibrazione, una molecola di altro materiale che entra nel dispositivo, può distruggere la tasca di vitello e addio alla molecola di cima genovese. Invece di ottenere dell’esteticamente impeccabile öggiu (occhio in lingua ligure), ci troveremmo a dover raccogliere in giro per il laboratorio un miscuglio di uova, piselli, bietole, carote, parmigiano, maggiorana, mollica di pane e latte. I ricercatori hanno quindi corso un rischio altissimo che ha messo a dura prova la loro salute, una singola goccia di intruglio nell’occhio può essere fatale alla vista e non esiste acqua e limone che tenga (non è vero, acqua e limone è la soluzione di ogni problema). Il trucco per evitare questo patatrac è osservare la cottura a vista e punzecchiare la cima ogni tanto.

 

Come cambiano le gerarchie nel campo medico

 

“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”. Così scriveva il poeta genovese Pier Paolo Pinolini, ma ancora non sapeva di cosa stava parlando. Non sapeva, e non poteva saperlo, che in realtà i sogni sono cima genovese. Anche se siamo quasi sicuri che qualcuno lo avesse già pensato, solo che un conto è dirlo a tavola, un conto è farlo nel laboratorio di un centro di ricerca a Zurigo. 

Una svolta a tutti gli effetti: adesso Benedetta Parodi può fare la parte dell’esperta e cominciare a pubblicare ossessivamente su twitter consigli medici, togliendo lo scettro di cinguettatore a Roberto Burioni. Tutto questo perché sa cucinare la cima genovese.  

Curarsi male
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